Kim (Corea del Sud), Antonio (Guatemala), Karel (Republia Ceca)
Domenica 1 maggio 2016 l'IRS (Scolasticato Internazionale Romano) ha goduto di un evento gioioso e importante: tre dei nostri giovani si sono consacrati a Dio per tutta la vita, “stampando la loro firma con la penna" (espressione di uno di loro), cioè con inchiostro indelebile, il documento dell’Oblazione. Essi sono: Ki Oki Kim Simeone dalla Corea, Antonio Che Paau dal Guatemala e Karel Mec dalla Repubblica Ceca.
La celebrazione liturgica è stata
solenne e molto partecipata. Naturalmente presiedeva il nostro Superiore
Generale, P. Louis Lougen, che ci ha
fatto gioire con un’omelia adatta per l’occasione (che può essere letta alla
fine). Tra i numerosi concelebranti, c’era tutto il Consiglio Generale presente
a Roma in occasione della sessione plenaria. Erano presenti anche il P. Stefan Obergfell, Provinciale della
Provincia dell'Europa Centrale e P. Alberto
Gnemmi, Provinciale della Provincia Mediterranea, e tutti gli Oblati delle
tre comunità di via Aurelia 290, oblati delle altre comunità oblate di Roma e
dintorni. Abbiamo anche avuto il piacere di accogliere tutta la grande famiglia
di Karel: genitori, fratelli e nipoti. Kim e Antonio, siccome provengono da più
lontano, hanno dovuto accontentarsi di alcuni connazionali e tanti amici che
vivono nell’Urbe.
Dopo la Messa e il pranzo, la festa
è proseguita nel giardino interno dello scolasticato guidata da Roberto Carrasco, padre studente del
Perù, che ha coinvolto tutti col "Canta
e non piangere" della famosa canzone "Cielito Lindo" e con interminabili danze e canti multiculturali.
Antonio, Kim e Karel, auguri!
El domingo 1º de mayo de 2016 el IRS
(Escolasticado Internacional Romano)
disfrutó de una evento gozoso y trascendental: tres de nuestros jóvenes se consagraron a Dios de por
vida, “estampando su firma con pluma” (expresión de uno de ellos), es decir,
con tinta indeleble, en el documento de la Oblación. Ellos son: Ok Ki Kim Simeón, de Corea;
Antonio Che Paau, de Guatemala y Karel Mec, de la República Checa.
La celebración litúrgica fue solemnísima y muy concurrida.
La presidió, lógicamente, nuestro Superior general, el P. Luis Lougen, que nos deleitó con una oportuna homilía (que puede
leerse al final). Entre los numerosos concelebrantes, todo el Consejo general
presente en Roma con ocasión de la Asamblea general. Entre los numerosos
asistentes destacamos la presencia del P. Stefan
Obergfell, Provincial de la provincia de Europa Central y del P. Alberto Gnemmi, Provincial de la
provincia Mediterránea, así como todos los Oblatos de las tres comunidades de
Vía Aurelia 290 y varios de las otras comunidades oblatas de Roma y alrededores.
También tuvimos el gusto de acoger a la numerosa familia de Karel al completo:
padres, hermanos y sobrinos. Kim y Antonio, como viene de más lejos, tuvieron
que contentarse con algunos compatriotas y muchos amigos residentes en la Urbe.
Tras la Misa y el almuerzo, siguió la fiesta en el jardín
interior del escolasticado. La animación corrió a cargo del P. Roberto Carrasco, padre estudiante, que
enroló a todos con el “Canta y no llores”
de la conocida canción “Cielito
lindo”, y con interminables danzas y canciones multiculturales.
Antonio, Kim y Karel, ¡enhorabuena!
Dimanche 01 mai 2016 l'IRS
(International Scolasticat Romano) a eu un événement joyeux et important :
trois de nos jeunes se sont consacré à Dieu pour toute la vie, en imprimant
leur signature avec le stylo" (une expression de l'un d'entre eux),
est-à-dire, avec de l’encre indélébile, le document de l’oblation. Ils sont: Kim Ki Oki Simeon, de la Corée ; Antonio Que Paau du Guatemala et Karel Mec, de la République
tchèque.
La célébration était très
solennelle, elle était présidée par notre Supérieur général, le Père Louis Lougen, qui nous a ravi avec une
homélie adaptée (qui peut être lue à la fin). Parmi les nombreux concélébrant,
tout Conseil General présent à Rome à l’occasion de l'Assemblée générale. Parmi
les nombreux participants, nous voulons mettre en évidence la présence du Père Stefan Obergfell, Provincial de la province
de l'Europe centrale et du P. Alberto
Gnemmi, provincial de la province de la Méditerranée, et tous les Oblats
des trois communautés de la Via Aurelia 290, et bien d'autres communautés
oblates à Rome et aux alentours. Nous avons eu la joie d'accueillir toute la
grande famille de Karel: les parents, les frères et sœurs et petits-enfants.
Kim et Antonio, comme ils viennent de plus loin, ils devaient se contenter de
quelques compatriotes et beaucoup d'amis qui vivent dans la ville.
Après La messe et le déjeuner, la
fête est continuée dans le jardin intérieur du scolasticat, animée par le P. Roberto Carrasco, (père étudiant), qui
a impliqué tous avec "Chante et ne
pleure pas» de la célèbre chanson "Cielito
lindo", puis, la danse sans fin et chansons multiculturels.
Sunday, May 1, 2016
the IRS (International Roman Scholasticate) had a joyful and important event, three of
our young men consecrated themselves to God for the whole life,
"printing their signature with the pen" (an expression of one
of them), is to say, permanently writing their names in the Oblation document. Their names are: Kim Ki Oki Simeon, from Korea; Antonio Che Paau from Guatemala and Karel Mec, from the Czech Republic.
Liturgical celebration
was very solemn and very crowded. It
was presided, of course, by our Superior General, Fr Louis Lougen, who delighted us with a
suitable homily (which can be read at the end). Among the many con-celebrants was the
entire General Council present in Rome at the General
Assembly. Among the numerous participants we want to highlight the presence of
the Father Stefan Oberfell Provincial
of the Central Province of Europe and Fr Alberto Gnemmi, Provincial of the Mediterranean Province, and all
the Oblates of the three Via Aurelia 290 communities and many
more other Oblate community in Rome and surrounding. We also had the pleasure of welcoming
the big family of Karel: parents, brothers, sisters and nephews. Kim and Antonio, as they come from
far away, they had to settle for some compatriots and many
friends who live in the City.
Following the Mass and lunch, the party continued
in the inner garden of the scholasticate conduct by Fr Roberto Carrasco, a student Priest, which involved all with "Sing and do not cry" a famous song "Cielito lindo", and then, endless dancing and multicultural
songs.
Anthony Kim and Karel, congratulations!
In ginocchio ascoltano la preghiera di consacrazione
Per l'omelia, video e più foto
cliccare qui sotto:
P. Louis Lougen, Superiore Generale...
Omelia per l’oblazione
perpetua
degli scolastici Kim, Karel e Antonio,
dello Scolasticato Internazionale Romano
Roma, 1 maggio 2016
L’oblazione perpetua dei nostri
fratelli Kim, Karel e Antonio riveste un carattere particolarmente gioioso in
questo anno del bicentenario della nostra Congregazione. È bello essere
testimoni dell’impegno dei nostri fratelli e riconoscere con gratitudine che
Dio continua a chiamare dei giovani a seguire Gesù nel carisma di sant’Eugenio
de Mazenod. L’oblazione di questi tre uomini è un dono grande per la
Congregazione. Essa ci invita a riflettere sul mistero della vocazione nella
vita di questi tre giovani generosi.
Ognuno
di questi nostri fratelli – Antonio, Kim e Karel – ha una storia sacra di
vocazione, un ricco cammino di fede e di amore. Vengono dal Guatemala, dalla
Corea del Sud e dalla Repubblica Ceca: tre continenti, tre Regioni della nostra
Congregazione, culture molto ricche e diverse. La vita di fede e il modo di
essere cattolici nelle loro rispettive realtà sono anche molto diversi l’uno
dall’altro, e molto belli. Riconosciamo la forza della nostra Congregazione
nella sua capacità di raccogliere nell’unità un popolo di ogni razza, nazione e
lingua. Lodiamo Dio per questo!
La
celebrazione del nostro 200° (duecentesimo) anniversario ci porta ad ispirarci
profondamente alle nostre origini. Il padre Eugenio de Mazenod, il padre
Tempier ed altri tre compagni si sono ritrovati insieme il 25 gennaio 1816
attorno ad alcune convinzioni fondamentali: vivere insieme in comunità; una
vita fondata sulla parola di Dio e sulle virtù come via alla santità; la missione
per i giovani, i prigionieri, i poveri delle campagne. Colpisce il fatto che
mentre il padre De Mazenod si dava da fare per trovare ed invitare i suoi primi
compagni, per trovare un luogo adatto ad iniziare la vita della comunità
missionaria, e poi per preparare questo luogo, la maggior parte del suo tempo fosse
assorbita dalle attività relative alla Congregazione della Gioventù. Nel
dicembre del 1815 rimase perfino, per giorni e notti, al capezzale di uno dei
giovani che stava morendo. Quale esempio missionario ci ha lasciato!
L’ispirazione
che traiamo dai nostri inizi orienta le nostre vite consacrate così da farci
vivere la missione oggi con la stessa passione di sant’Eugenio. In questa
celebrazione della vostra oblazione perpetua, vorrei dare voce alle speranze
che la Congregazione ha per voi all’inizio del nostro terzo secolo di vita.
Le
vostre vite devono essere vite in Gesù Cristo. Voi gli consacrate le vostre
vite perché avete sentito un invito speciale a seguirlo. Siate uomini che hanno
fame della sua Parola e dell’Eucaristia; siate uomini capaci di stare seduti
con Gesù in silenzio e di permettergli di amarvi. Questo rapporto con Gesù è il
cuore della vostra vita. Nella Evangelii
Gaudium papa Francesco raccomanda che ogni giorno chiediamo un rinnovato
incontro personale con Gesù Cristo. Come Oblati, chiediamo ogni giorno la
grazia di un incontro sempre più profondo con Gesù come nostro Salvatore.
Vi
invito a ripetere spesso la preghiera di sant’Eugenio, chiedendo a Gesù di
crescere nell’amore verso di lui così come lui ha amato sé stesso. Non lasciate
che il lavoro o gli studi rùbino il tempo al vostro impegno di dare un’ora al
giorno alla preghiera personale con il Signore. Il vostro rapporto di amore e
di fedeltà verso il Signore Gesù farà di voi dei missionari della sua tenerezza
e della sua misericordia.
Vi
chiedo anche di pensare da missionari, di agire da missionari, di essere
missionari. Non siamo sacerdoti diocesani incaricati di occuparci delle
strutture ordinarie della vita pastorale della Chiesa. Altri hanno questo dono.
Il carisma oblato ci chiama a rivolgerci ai poveri e a coloro che le strutture
della Chiesa raggiungono di meno, a coloro che sono abbandonati, dimenticati o
trascurati. Come missionari, “penetriamo nelle spaccature” dove si trovano i
poveri. I missionari sono flessibili, pronti a partire, pronti ad assumere
responsabilità difficili, creativi nel tentare nuove soluzioni.
Se
abbiamo la testa e il cuore di un missionario, questo dà forma a tutto nelle
nostre vite: al nostro modo di vivere in comunità apostoliche, alla nostra
maniera di relazionarci con i poveri, di essere loro vicini, disponibili e avvicinabili;
al nostro modo di collaborare con i laici e con le consacrate; al nostro modo
di pregare e di celebrare; al nostro modo di vivere i voti: con uno stile di
vita povero e semplice, con un amore verso tutti, con un’obbedienza che sia
pronta, umile e totale. Ricordando oggi san Giuseppe lavoratore, riconosciamo
che i missionari sono lavoratori generosi, non pigri o indolenti. La vita
missionaria è molto esigente, ma la nostra vita di preghiera e la vita di
comunità ci danno la forza per abbracciarla.
Infine,
mi aspetto da voi che siate uomini di comunità. Siete qui oggi per fare della
vostra vita un dono alla Congregazione, alla Chiesa e ai poveri. Troppo spesso
il nostro interesse va in un’altra direzione: “Che cosa mi può dare la
Congregazione?”, oppure “Che cosa posso ricevere dalla Congregazione?”. La
vostra oblazione vi porta esattamente nella direzione opposta! Voi oggi date
tutto quello che siete a Dio attraverso la Congregazione. E questo significa
che:
– date il vostro
tempo, che non è più il vostro tempo;
– date i vostri
talenti, non per un vanto personale ma per la missione;
– date tutto
quello che ricevete e guadagnate per sostenere la Congregazione, non per
sostenere voi stessi.
La vostra vocazione è quella di
costruire la comunità, di creare rapporti profondi e significativi, di comunicare
con gli altri, di pregare e di amare, di perdonare e di stimolare.
In
breve: siate innamorati di Gesù. Abbiate un cuore missionario. Costruite
comunità dovunque andiate. Ecco quello che spero da voi e da tutti noi.
Maria
è il modello e la custode della nostra vita consacrata. Siate vicini a lei
nella preghiera, specialmente con la preghiera del rosario e con la devozione
verso di lei come nostra Madre Immacolata, Madre di misericordia. Siate
coscienti che fate la vostra oblazione davanti alla comunità e davanti alla
Madonna del Sorriso. È una grazia speciale poter fare la propria oblazione
davanti alla statua che tutti gli Oblati amano. Siate vicini a Maria e lei vi
aiuterà a crescere nel vostro amore per Gesù, per la Chiesa e per i poveri
attraverso le vostre vite missionarie.
Oggi,
mentre voi fate la vostra professione perpetua e donate la vostra vita alla
Congregazione in maniera pubblica e definitiva, anche noi ci impegniamo con
voi: vi vorremo bene, vi sosterremo e vi incoraggeremo. Come dice la Costituzione
29, “Ci aiuteremo vicendevolmente a trovare la pienezza della gioia nella vita
comunitaria e nell’apostolato, incoraggiandoci vicendevolmente nel nostro
impegno di fedeltà alla Congregazione…”.
Ringraziamo
i membri delle vostre famiglie che con la loro fede e con il loro amore vi
hanno sostenuti nella vostra vita e nel vostro cammino vocazionale. Vorrei
ringraziare in modo particolare i vostri formatori, i padri Wojciech, Joaquín,
Jude e Callistus per la loro dedizione nell’accompagnarvi.
Dio
vi benedica!
The perpetual oblation of our brothers,
Kim, Karel and Antonio, is especially joyful in this two-hundredth anniversary
of our Congregation. It is beautiful to
witness the commitment of our brothers and to recognize with deep gratitude
that God continues to call young men to follow Jesus in the charism of Saint
Eugene de Mazenod. The oblation of these
three men is a great gift for the Congregation. We are invited to ponder the
mystery of vocation in the lives of these generous young men.
Each of our brothers, Antonio, Kim and
Karel, has a vocational story that is sacred, a journey rich in faith and
love. They come from Guatemala, South
Korea and the Czech Republic, three continents, three Regions of our
Congregation and from very distinct and rich cultures. The life of faith and
the way of being Catholic in their home realities are also very different from
one another and very beautiful. We
recognize the strength of our Congregation in gathering together a people of
every race, nation and tongue. We praise
God for this!
The celebration of our 200th
anniversary makes us profoundly inspired in our origins. Father Eugene de Mazenod, Father Tempier and
three other companions came together on January 25, 1816 around some core
convictions: life together in community; life founded on the Word of God and
virtue leading to holiness; and mission to youth, prisoners and to the rural
poor. It is striking that at the same
time Father de Mazenod was working to invite the first companions, to find a
suitable place to begin the community of missionaries, and then to prepare it,
the major part of his time was absorbed by the activities of his Youth
Congregation. In December 1815 he even
stayed at the bedside, for days and nights, of one young man who was dying.
What a missionary example he left for us!
The inspiration we draw from our beginnings
is meant to orient our consecrated lives so that we live the mission today with
the passion of Saint Eugene. As we
celebrate your perpetual oblation I would like to express the hopes the
Congregation has for you as we begin our 200 years.
Your lives must be lives
in Jesus Christ. You are here
consecrating your lives to Him because you heard a special invitation to follow
Him. Be men who are hungry for his Word
and for the Eucharist; be men who sit with Jesus in silence and allow him to
love you. This relationship with Jesus
is the core of your life. In Evangelii
Gaudium Pope Francis recommended that each day we ask for a renewed personal
encounter with Jesus Christ. As Oblates,
let us ask every day for the grace of a deeper encounter with Jesus as our
Savior.
I invite you to turn often to the prayer of
Saint Eugene, asking Jesus that you may grow to love him as much as he loved
himself. Do not let work or studies
steal time away from your commitment of an hour every day of personal prayer
with the Lord. Your relationship of love and faithfulness to the Lord Jesus
will make you missionaries of his tenderness and mercy.
I also ask you to think as missionaries;
act as missionaries; and be missionaries.
We are not parish priests responsible for the ordinary structures of the
pastoral life of the Church. Others have
this charism. The Oblate charism calls
us to go to the poor and those whom the structures of the Church touch least,
those who are abandoned, forgotten or neglected. As missionaries we “seep into
the cracks” where the poor are found.
Missionaries are flexible; ready to move; prepared to take on difficult
tasks; creative in trying new solutions.
Having the head and the heart of a
missionary shapes everything in our lives: the way we live together in
apostolic communities; how we relate to the poor: being close to them,
available, approachable; the way we collaborate with lay people and women
religious; how we pray and celebrate; how we live the vows: with a poor and
simple lifestyle; with a love for everyone; with obedience that is prompt,
humble and complete. Remembering Saint
Joseph the Worker today, we recognize that missionaries are generous workers,
and not idle or lazy. Missionary life is
very demanding, but we are strengthened to embrace it because of our life of
prayer and apostolic community.
Finally, I expect you to
be men of community. You are here
giving yourselves to the Congregation, the Church and the poor. Too often the interest is: “What can the
Congregation give me?” Or “What can I
receive from the Congregation?” Your
oblation takes you precisely in the opposite direction! You are giving your very self to God through
the Congregation. This means:
-
giving
your time – it is no longer your time;
-
giving
your talents - not for personal pride, but for mission;
-
giving
all you receive and earn to sustain the Congregation - not to sustain yourself.
Your vocation is to build community, to
form meaningful relationships, to communicate with others; to pray and love; to
forgive and challenge.
In short: Be in love with
Jesus. Have a missionary heart. Build community wherever you go. This is what I hope from you and from all of
us.
Mary is the model and guardian of our
consecrated life. Be close to her in
prayer, especially in praying the rosary and in devotion to her as our
Immaculate Mother, the Mother of Mercy.
Be aware that you make your oblation before the community and before the
Virgin of the Smile. It is a special
grace to make your oblation before the statue that all Oblates cherish. Be close to Mary and she will help you grow
in love for Jesus, for the Church and for the poor throughout your missionary
lives.
Today, as you make your perpetual oblation
and hand over your life to the Congregation in a public and definitive way, we
too make a commitment to you: we will
love you, support you and encourage you.
As states, “We will help each other find joy and fulfillment in our community
life and in our apostolate, supporting one another in our resolution to be
faithful to the Congregation…”
We thank the members of your families who
have supported you by their faith and love throughout your life and in your
vocational journey. I would like to
thank in a special way your formators, Fathers Wojciech, Joaquin, Jude and
Callistus for their dedication in accompanying you.
May
God bless you!
DIVERSE FOTO DELLA CELEBRAZIONE
Karel pronunciando la formula dell'oblazione perpetua
Antonio ricevendo la croce oblata
Kim ricevendo la medaglia de l'Immacolata
Processione d'ingresso. P. Jude, cerimoniere
Augustine e Denis con le candele e Jacquot col Evangelario
Alla fine, Karel ringrazia tutti e ci invita...
...al pranzo!
Karel pronunciando la formula dell'oblazione perpetua
Antonio ricevendo la croce oblata
Processione d'ingresso. P. Jude, cerimoniere
Augustine e Denis con le candele e Jacquot col Evangelario
Alla fine, Karel ringrazia tutti e ci invita...
...al pranzo!
E dopo comincia la festa
Foto per l'album dell'IRS
I tre neo-professi con alcuni concelebranti...
con i quattro formatori...
...e col padre Generale!
I genitori di Karel,
felici d'aver donato a Dio suo figlio!
INTERCULCURALITÀ INTERCONTINENTALE
felici d'aver donato a Dio suo figlio!
INTERCULCURALITÀ INTERCONTINENTALE
EUROPA: Oblati della Repubblica Ceca
(con uno dei numerosi nipoti di Karel)
ASIA: Coreani amici di Kim
AMERICA: Antonio,ben accompagnato col gruppo degli oblati "hispanos"
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