Tre dei nostri fratelli: Karel, Antonio e Kim, faranno l’oblazione perpetua il primo
Maggio 2016. Durante un triduo previo e nel contesto d’una celebrazione
liturgica, hanno condiviso con le tre comunità oblate di Via Aurelia 290 i loro
itinerario vocazionale. Ci sembra opportuno, con loro permesso, condividerlo
con voi in questo nostro Blog.
Tres de nuestros hermanos: Karel, Antonio y Kim, harán la oblación perpetua el 1º
de mayo de 2016. Durante un triduo previo y en el contexto de una celebración
litúrgica, comparten con las tres comunidades oblatas de Vía Aurelia 290 su itinerario
vocacional. Nos parece oportuno, con su permiso, compartirlo con ustedes en
nuestro Blog.
Trois de nos frères :
Karel, Antonio et Kim, feront l’oblation perpétuelle le 1er mai 2016. Au cours
d'un triduum avant et dans le cadre d'une célébration liturgique, ils
partageaient avec les trois communautés oblates de Via Aurelia 290 l’histoire de
leur vocation. Il semble approprié, avec leur permission, de les partager avec
vous dans notre Blog.
Three
of our brothers: Karel, Antonio and Kim, will the perpetual
oblation on May 1, 2016. During a
three days, and in the context of a liturgical celebration, they shared with
the three Oblate community of Via Aurelia 290 their vocational
journey. It seems appropriate, with their
permission, to share it with you in our Blog.
Vedere sotto...
Vedere sotto...
Prima condivisione (27/4/2016)
ES. Karel, Praga (República Checa), 25 Octubre 1986. Noviciado
en Hünfeld, Alemania, (2010-2011).
Filosofía en Fulda (Alemania). Teología en Roma.
EN. Karel, Prague (Czech Republic), 25 October 1986. Novitiate in Hünfeld,
Germany. Philosophy in Fulda (Germany). Theology in Rome.
FR. Karel, Prague (République tchèque), le 25 Octobre 1986.
Noviciat à Hünfeld, Allemagne. Philosophie à Fulda (Allemagne). Théologie à Rome.
La società cambiava, piuttosto economicamente, poco politicamente
e moralmente. La mia famiglia continuava a tenere il rapporto con quel
sacerdote Gesuita. Lui a sua volta continuava a svolgere l’attività pastorale
in suo modo particolare: ogni tanto faceva incontri di famiglie nelle case e
negli appartamenti delle stesse famiglie. Si cominciava con la celebrazione
eucaristica, tutti seduti attorno a un tavolo, come nel cenacolo, con
condivisione dell’unico pane e dell’unico calice. Dopo la messa si faceva l’agape
cioè la cena e si condividevano non soltanto i cibi, ma anche le novità, la
fede, le preoccupazioni ecc. Era una specie di “chiesa domestica”. Questi
incontri hanno formato molto sia il mio rapporto con Gesù Cristo nell’Eucaristia
sia la mia comprensione della Chiesa. Il Gesuita si chiamava Karel Dománek.
Adesso sapete da dove i miei hanno preso l’ispirazione per il mio nome.
C’era un’altra cosa che ha tracciato fortemente la mia strada:
l’essere scout, perché lo scouting è
molto di più del semplice giocare o andare nei boschi e nelle montagne; è un tipo di
educazione alla vita responsabile. È uno stile di vita. E così sono cresciuto e
per cinque anni guidavo il gruppo scout del mio quartiere. Adesso capite meglio
perché a volte sono così esigente verso me stesso e anche nei vostri riguardi.
Dopo l’esame di maturità studiavo la biologia a Praga e mi
sono laureato con il grado di Bachelor. In realtà volevo continuare con quello
studio, intendevo di specializzarmi nel campo di entomologia (gli insetti e
simili animaletti) per diventare uno scienziato. Ma durante quei tre anni ho
sentito la vocazione alla vita consacrata e al sacerdozio. La biologia non dava
un senso abbastanza profondo alla mia vita e non soddisfaceva la mia sete di
servire in qualche modo la gente. Ne parlavo spesso con il mio confessore e
pregavo per poter riconoscere la mia strada concreta.
Proprio in quel periodo ho conosciuto per prima volta gli
Oblati, mediante una rivista cattolica per i giovani. Ho letto alcuni articoli
sulle missioni oblate (nel Nord di Canada e in Haiti) e sulla vita nel
noviziato. Queste informazioni mi hanno interessato, ma solo qualche tempo
dopo, quando di nuovo pregavo per riconoscere la mia strada, me ne sono
ricordato e ho sentito una grande attrazione per la vita missionaria. Mi sono
messo in contatto con gli Oblati presenti nella Repubblica Ceca. Così ho
scoperto la loro vita comunitaria, il fondatore Sant’Eugenio e anche il loro
modo di fare missione sia in parrocchie sia tra i senzatetto, tra gli zingari e
con i giovani. Anche ho conosciuto Petr, un candidato come me e fin’adesso il
mio unico compagno del corso, che aveva scoperto gli Oblati leggendo gli stessi
articoli come me. Dopo la mia laurea e il suo esame di maturità abbiamo fatto
un’esperienza di tre mesi nelle comunità oblate, iniziando a imparare il
tedesco, perché i primi passi della formazione nella nostra provincia
dell’Europa Centrale si svolgono in Germania. Così abbiamo fatto il prenoviziato
(da gennaio a settembre 2010) e poi il noviziato a Hünfeld. Nello stesso luogo
abbiamo passato anche i primi due anni dello scolasticato (ottobre 2011 –
luglio 2013) studiando alla Facoltà di teologia a Fulda. Per finire lo studio e
continuare la prima formazione sono stato mandato allo Scolasticato
Internazionale Romano.
Vorrei finire la mia condivisione con un’immaginetta a me
molto cara. Mi ricorda il mio primo tempo di vivere nella comunità oblata,
perciò la tengo sempre nel breviario. È la fotografia di P. Mario Borzaga e
sotto c’è scritta una frase del suo diario:
“Ogni passo del Missionario è un passo dei piedi di Dio sulla terra.” Mi
ricordo che Petr al vedere questa fotografia ha detto: “È la prima foto di un Oblato sorridente.” Magari aveva ragione, ma
per me è rimasta chiara una cosa che cioè il missionario riceve davvero un
compito nobilissimo, e con la consapevolezza, che non si tratta della sua
missione ma della missione di Cristo, può andare avanti sorridente e
testimoniare il suo Maestro fino alla fine.
Per Mario, la fine è stata il martirio nelle montagne di
Laos il primo maggio 1960. Per me, la stessa data 66 anni dopo, sarà l’inizio
dell’oblazione perpetua. Vi chiedo di pregare per me, che, nonostante le mie
debolezze, Dio mi faccia Oblato secondo il suo amore.
Il Ponte Carlo a Praga, collega la riva del Castello alla Città Vecchia
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