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giovedì 28 aprile 2016

Oblazione: Prima condivisione




Tre dei nostri fratelli: Karel, Antonio e Kim, faranno l’oblazione perpetua il primo Maggio 2016. Durante un triduo previo e nel contesto d’una celebrazione liturgica, hanno condiviso con le tre comunità oblate di Via Aurelia 290 i loro itinerario vocazionale. Ci sembra opportuno, con loro permesso, condividerlo con voi in questo nostro Blog.

Tres de nuestros hermanos: Karel, Antonio y Kim, harán la oblación perpetua el 1º de mayo de 2016. Durante un triduo previo y en el contexto de una celebración litúrgica, comparten con las tres comunidades oblatas de Vía Aurelia 290 su itinerario vocacional. Nos parece oportuno, con su permiso, compartirlo con ustedes en nuestro Blog.


Trois de nos frères : Karel, Antonio et Kim, feront l’oblation perpétuelle le 1er mai 2016. Au cours d'un triduum avant et dans le cadre d'une célébration liturgique, ils partageaient avec les trois communautés oblates de Via Aurelia 290 l’histoire de leur vocation. Il semble approprié, avec leur permission, de les partager avec vous dans notre Blog.


Three of our brothers: Karel, Antonio and Kim, will the perpetual oblation on May 1, 2016. During a three days, and in the context of a liturgical celebration, they shared with the three Oblate community of Via Aurelia 290 their vocational journey. It seems appropriate, with their permission, to share it with you in our Blog.
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          Prima condivisione (27/4/2016)




ES. Karel, Praga (República Checa), 25 Octubre 1986. Noviciado  en Hünfeld, Alemania, (2010-2011). Filosofía en Fulda (Alemania). Teología en Roma.
EN. Karel, Prague (Czech Republic), 25 October 1986. Novitiate in Hünfeld, Germany. Philosophy in Fulda (Germany). Theology in Rome.

FR. Karel, Prague (République tchèque), le 25 Octobre 1986. Noviciat à Hünfeld, Allemagne. Philosophie à Fulda (Allemagne). Théologie à Rome.

Mi chiamo Karel František Štěpán, e con il cognome Mec. Sono nato trent’anni fa a Praga, oggi nella Repubblica Ceca, a quel tempo però nella Repubblica Socialista Cecoslovacca, governata dal partito comunista e chiuso al mondo democratico con un recinto mortale per quasi 40 anni. La libertà politica e religiosa erano sospese e le Chiesa perseguitate. Ancora negli anni ’80, chi si pubblicamente dichiarava cristiano rischiava d’essere licenziato dal  lavoro o dall’università. Ciononostante, i miei genitori non avevano paura, anzi erano attivi anche nella Chiesa cattolica “sottoterranea”, perché collaboravano con un sacerdote Gesuita a cui il governo aveva tolto il permesso di esercitare la pastorale. Mio papà lo portava in macchina dai fedeli e agli incontri, mia mamma distribuiva gli scritti cattolici proibiti: diverse riviste, documenti del Concilio Vaticano II e scritti spirituali, tutti copiati con la vecchia macchina da scrivere. In mezzo a questa loro attività siamo nati la mia sorella maggiore ed io, ma per lungo tempo non ne sapevamo quasi niente di tutto ciò. Soltanto quando eravamo già grandi, i genitori ci hanno raccontato queste storie. Tre anni dopo la mia nascita, nell’autunno 1989 è crollato il sistema comunista in Europa e la Chiesa poteva di nuovo respirare liberamente. Ho ricevuto altre due sorelle e un fratello.
La società cambiava, piuttosto economicamente, poco politicamente e moralmente. La mia famiglia continuava a tenere il rapporto con quel sacerdote Gesuita. Lui a sua volta continuava a svolgere l’attività pastorale in suo modo particolare: ogni tanto faceva incontri di famiglie nelle case e negli appartamenti delle stesse famiglie. Si cominciava con la celebrazione eucaristica, tutti seduti attorno a un tavolo, come nel cenacolo, con condivisione dell’unico pane e dell’unico calice. Dopo la messa si faceva l’agape cioè la cena e si condividevano non soltanto i cibi, ma anche le novità, la fede, le preoccupazioni ecc. Era una specie di “chiesa domestica”. Questi incontri hanno formato molto sia il mio rapporto con Gesù Cristo nell’Eucaristia sia la mia comprensione della Chiesa. Il Gesuita si chiamava Karel Dománek. Adesso sapete da dove i miei hanno preso l’ispirazione per il mio nome.
C’era un’altra cosa che ha tracciato fortemente la mia strada: l’essere scout, perché lo scouting è molto di più del semplice giocare o andare  nei boschi e nelle montagne; è un tipo di educazione alla vita responsabile. È uno stile di vita. E così sono cresciuto e per cinque anni guidavo il gruppo scout del mio quartiere. Adesso capite meglio perché a volte sono così esigente verso me stesso e anche nei vostri riguardi.
Dopo l’esame di maturità studiavo la biologia a Praga e mi sono laureato con il grado di Bachelor. In realtà volevo continuare con quello studio, intendevo di specializzarmi nel campo di entomologia (gli insetti e simili animaletti) per diventare uno scienziato. Ma durante quei tre anni ho sentito la vocazione alla vita consacrata e al sacerdozio. La biologia non dava un senso abbastanza profondo alla mia vita e non soddisfaceva la mia sete di servire in qualche modo la gente. Ne parlavo spesso con il mio confessore e pregavo per poter riconoscere la mia strada concreta.
Proprio in quel periodo ho conosciuto per prima volta gli Oblati, mediante una rivista cattolica per i giovani. Ho letto alcuni articoli sulle missioni oblate (nel Nord di Canada e in Haiti) e sulla vita nel noviziato. Queste informazioni mi hanno interessato, ma solo qualche tempo dopo, quando di nuovo pregavo per riconoscere la mia strada, me ne sono ricordato e ho sentito una grande attrazione per la vita missionaria. Mi sono messo in contatto con gli Oblati presenti nella Repubblica Ceca. Così ho scoperto la loro vita comunitaria, il fondatore Sant’Eugenio e anche il loro modo di fare missione sia in parrocchie sia tra i senzatetto, tra gli zingari e con i giovani. Anche ho conosciuto Petr, un candidato come me e fin’adesso il mio unico compagno del corso, che aveva scoperto gli Oblati leggendo gli stessi articoli come me. Dopo la mia laurea e il suo esame di maturità abbiamo fatto un’esperienza di tre mesi nelle comunità oblate, iniziando a imparare il tedesco, perché i primi passi della formazione nella nostra provincia dell’Europa Centrale si svolgono in Germania. Così abbiamo fatto il prenoviziato (da gennaio a settembre 2010) e poi il noviziato a Hünfeld. Nello stesso luogo abbiamo passato anche i primi due anni dello scolasticato (ottobre 2011 – luglio 2013) studiando alla Facoltà di teologia a Fulda. Per finire lo studio e continuare la prima formazione sono stato mandato allo Scolasticato Internazionale Romano.
Vorrei finire la mia condivisione con un’immaginetta a me molto cara. Mi ricorda il mio primo tempo di vivere nella comunità oblata, perciò la tengo sempre nel breviario. È la fotografia di P. Mario Borzaga e sotto c’è scritta una frase del suo diario: “Ogni passo del Missionario è un passo dei piedi di Dio sulla terra.” Mi ricordo che Petr al vedere questa fotografia ha detto: “È la prima foto di un Oblato sorridente.” Magari aveva ragione, ma per me è rimasta chiara una cosa che cioè il missionario riceve davvero un compito nobilissimo, e con la consapevolezza, che non si tratta della sua missione ma della missione di Cristo, può andare avanti sorridente e testimoniare il suo Maestro fino alla fine.
Per Mario, la fine è stata il martirio nelle montagne di Laos il primo maggio 1960. Per me, la stessa data 66 anni dopo, sarà l’inizio dell’oblazione perpetua. Vi chiedo di pregare per me, che, nonostante le mie debolezze, Dio mi faccia Oblato secondo il suo amore.


Il Ponte Carlo a Praga, collega la riva del Castello alla Città Vecchia


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