Si è
celebrato a Roma dal 15-19 settembre l'Incontro Mondiale dei Giovani Consacrati. Promosso
dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica (CIVCSVA), l'incontro è uno degli eventi dell'Anno della vita
consacrata. Naturalmente, il momento chiave l'incontro è stato l’incontro col
Papa. Nel suo discorso Francesco li ha esortati a scegliere la vera libertà che
viene dallo Spirito e non di mondanità, di nutrire grandi sogni di Dio e avere
un cuore d'amore ardente. Uno dei relatori è stato P. Fabio Ciardi, o.m.i. Ha
parlato ai partecipanti nell'aula Paolo VI in due occasioni. Nel suo primo intervento ha detto che
"essere giovani significa essere aperti a delle novità, mentalità aperta,
pronti per la donazione incondizionata, docili alla divina avventura dello
Spirito Santo, perseguendo il futuro di Dio, gli orizzonti infiniti. È un
invito ad avere il coraggio di confidare in Dio e lasciare che il suo Spirito
ci guidi, come una matita o un pennello nelle mani dell'artista. L’ultimo giorno
della riunione p. Fabio ha esortato i giovani consacrati a seguire l'esempio dei
suoi fondatori, uomini e donne che erano in grado di "vedere i
valori lì dove altri li vedevano, a riconoscere la bellezza dove gli altri non
potevano riconoscerla".
Dal 15 al 19 settembre la nostra
comunità ha partecipato, qui a Roma, all’Incontro Mondiale per giovani
consacrati e consacrate, organizzato dalla CIVCSVA (Congregazione degli Istituti
di Vita Consacrata e Comunità di Vita Apostolica) dentro dell'anno della vita
consacrata. "Svegliate il mondo!" Seguendo questo invito di Papa Francesco
noi, più di 5000 giovani consacrati e consacrate, ci siamo incontrati al Vaticano
quattro giorni per ascoltare dei discorsi di consacrati e consacrate esperti
per approfondire la nostra vocazione e la nostra scelta radicale per Cristo.
Nei pomeriggi ci riunivamo in gruppi per lingue per condividere la nostra esperienza
della vita consacrata e per celebrare l'Eucaristia insieme. Le serate erano dedicate
al servizio di carità, alla contemplazione della bellezza e all'adorazione. Non
poteva mancare naturalmente l’incontro con Papa Francesco. Le parole del Papa
ci colpivano nel cuore. L’incontro è terminato con una bellissima serata di festa, musica e
testimonianze, venerdì 18 in Piazza San
Pietro e la Santa Messa nella Basilica di San Pietro sabato mattina presieduta
dal Prefetto della Congregazione, Card. Joâo Braz de Aviz.
Questi numerosi giovani consacrati e consacrate mostravano in maniera unica la gioia di seguire Cristo e a me personalmente davano una grande speranza pensando che la vita consacrata avrà un futuro grande. La Chiesa è giovane e in essa c'è una forza dei giovani che viene dall'amore del Signore che ci ha chiamato a seguirlo e che non ci lascerà mai. L'incontro mi ha riempito il cuore di gioia e certezza per svegliare il mondo. Ringrazio il Signore per questa grazia straordinaria! André Kulla o.m.i. (Germania)
In 2013, Pope Francis declared that, A Year of Consecrated Life
(YCL)would be celebrated throughout the world. This year of Consecrated life
began on the First Sunday of Advent, November 30, 2014 and it will be
closed on the ‘World Day of Consecrated Life’ on February 2, 2016. It is a
great joy for all the Religious Women and Men to cherish the this uniqueness
and the precious calling of Religious life that they render themselves to the
service of the Kingdom of God profoundly. Remarking the Year of Consecrated life, a special program
was organized in Vatican from the 15th to 19th of
September, 2015 with the theme ‘Wake up the World’. We, the Roman International Scholastics too joined
this gathering. There were more than 5000 young Religious from 125 countries
belonging to more than 500 Religious congregations. The scheduled programmes
were conducted from morning till evening with varieties of events; like Prayer
service, talks on various topics, group discussions, questioning and testimonies
on the experience of Religious life etc. The Audience With Pope Francis was
significant among all the other events, in which he shared about His Religious
life and the meaning of it in this present time. During the Testimony, Bro. Bede Sujaharan OMI shared about his
Vocation amidst of the ethnic war and the struggles he underwent in Sri Lanka. Finally, this
program was concluded with the Holy Eucharistic Celebration in St. Peters’
Basilica in Vatican. Undoubtedly, we all experienced the real joy within us and
the role of a missionary who encounters Christ Jesus in the mission entrusted.
Therefore, let us render thanks to God who has called us to this Life so as to
be with him always. A.S. Jenis o.m.i. (Sri Lanka)
Questi numerosi giovani consacrati e consacrate mostravano in maniera unica la gioia di seguire Cristo e a me personalmente davano una grande speranza pensando che la vita consacrata avrà un futuro grande. La Chiesa è giovane e in essa c'è una forza dei giovani che viene dall'amore del Signore che ci ha chiamato a seguirlo e che non ci lascerà mai. L'incontro mi ha riempito il cuore di gioia e certezza per svegliare il mondo. Ringrazio il Signore per questa grazia straordinaria! André Kulla o.m.i. (Germania)
Del 15 al
19 de septiembre del año en curso más de 5000 mil jóvenes religiosos y
religiosas provenientes de 125 países nos dimos cita en Roma para vivir,
celebrar y compartir la alegría de nuestra vocación como consagrados al Señor y
a su pueblo. Durante 4 días, un gran entusiasmo, un mismo sentir con una
diversidad de carismas invadieron el aula Pablo VI y en esto se percibió la
riqueza de la Iglesia que se expresa en los diversos carismas vividos de un
modo particular y radical por hombres y mujeres que testimonian el Evangelio en
los diversos ámbitos de la sociedad actual. Los temas y testimonios que
iluminaron nuestro encuentro fueron despertando muchas preguntas y también
respuestas y se notaba un profundo interés en crear un dialogo fraterno y
seguir construyendo juntos un camino que nos ayude a vivir y testimoniar a
Cristo. También el papa Francisco nos dejó un mensaje muy claro, advirtiéndonos
que como jóvenes consagrados no dejemos de soñar y evitemos caer en lo
provisorio, narcisismo y rigidez, porque “una vida consagrada puede ser estéril
cuando ya no es profética y no nos permite soñar”. Soñar, nos decía el Papa, es
no sentarse en la comodidad de la vida
consagrada que sólo observa normas y reglas, sino vivir nuestra vocación de
consagrados en plenitud, adoración, libertad,
con un corazón abierto al diálogo y al dialogo comunitario. El Santo Padre
desde su experiencia como religioso nos motivó a fortalecer nuestro sentido de
pertenencia a Cristo, a la Iglesia y a una determinada comunidad en la cual
crecemos en fraternidad. Otro de los espacios de diálogo que se dio entre
nosotros fue el compartir en pequeños grupos dependiendo del idioma de cada
participante, sin duda alguna, esto nos ayudó a crear un espacio fraterno en el que cada uno de
nosotros compartió sus experiencias y sus esperanzas. Cabe decir pues, que después de haber vivido esta comunión
fraterna entre nosotros, como jóvenes consagrados hemos sido fortalecidos y
confirmados en nuestra Secuela Christi
y al mismo tiempo, hemos sido llamados nuevamente y con más insistencia a ser
conscientes de nuestra responsabilidad, es decir, la de “despertar al mundo”
con la alegría y el testimonio que son los aspectos que
deben siempre caracterizar nuestras
vidas. Antonio Che Paau, o.m.i. (Guatemala)
L’appelé et Celui qui appelle: quelle genre de relation entre les deux ?
S’adressant aux jeunes consacrés lors de la RENCONTRE INTERNATIONALE DE
JEUNES CONSACRESES ET CONSACREES tenue à Rome du 15 au 19 septembre, Mgr José Rodríguez Carballo disait qu’entre
l’appelé et celui qui appelle, il doit avoir une relation intime. En effet,
dans les quatre évangiles c’est Jésus qui prend l’initiative d’appeler les
douze disciples et chacun à un moment précis. Ensuite il leur demande de rompre
avec leur passé à l’exemple des fils de Zébédée. Et lâchant tout, ils le
suivirent. C’est Jésus qui prends l’initiative d’appeler, de chercher ses
disciples : « Ce n’est pas vous qui m’avez choisi, c’est moi qui vous
ai choisis et établis afin que vous partiez, que vous donniez du fruit, et que
votre fruit demeure » (Jn 15, 16-17). Cette vocation est un don, c’est
l’expression de l’amour de Jésus pour chacun des disciples ou de tous les appelés.
Jésus appelle pour faire partie de sa nouvelle famille dont Dieu est Père. Cet
appel exige des consacrés la radicalité de vie et la promptitude: laissant tout, ils le suivirent en Lc5,
11 et à cet homme qui voulait enterrer son père avant de suivre Jésus, il lui répliqua:
Laisse les morts enterrer leurs morts. Toi, va annoncer le Règne de
Dieu. " (Luc 9, 59-60). Les consacrés sont appelés à
suivre Jésus personne et non une idée. Cette
suite du Christ doit être caractérisée par la Foi qui est une adhésion totale à
lui en oubliant tous nos projets de vie, nos inquiétudes, nos peurs et les
soucis de ce que demain sera. Et selon le Père Carballo, Jésus appelle chacun à
servir et le lavement des pieds doit être l’icône, le symbole de la vie consacrée.
Ainsi, s’il n’y a pas une relation intime avec celui qui nous appelle, on fait
semblant, on manifeste un comportement religieux, une attitude d’une personne
consacrée alors qu’en réalité on ne l’est pas. On respecte plus ou moins les
exigences de la vie religieuse en cherchant nos propres intérêts. On est comme
cette foule qui cherche Jésus pour la nourriture en Jn 6, 26-27. La vocation
est une question d’amour et s’il manque cet amour véritable, il n’y a pas de vocation. Deurmoudj Omdel, o.m.i. (Ciad)
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